Scavi a veio Macchiagrande

Tipologia: 
Scavo nazionale
Località: 
Lazio - Roma - Veio
Direttore: 
D'Alessio Maria Teresa
Responsabili: 
  • D'Alessio Maria Teresa
  • Capanna Maria Cristina
  • Di Sarcina M.T. (MiBAC - Parco Archeologico dell’Appia Antica)
  • Fatucci G. (Sapienza Università di Roma)
Collaboratori: 
  • Iacovone L. (Sapienza Università di Roma)
  • Bianchi C. (Sapienza Università di Roma)
  • Schiano S. (Università degli Studi di Trieste)

L’area di indagine si trova su un rilievo tra Macchiagrande e Vignacce, in posizione centrale rispetto al pianoro su cui si estende la città. Qui, alcune anomalie individuate nell’analisi interpretativa di fotografie aeree, avevano rivelato l’esistenza di strutture sommerse di grande interesse archeologico relative all’abitato. In particolare una anomalia regolare corrispondente ad una forma rettangolare di ca. 40x80 m che si è poi rivelata coincidere con il Foro del municipio augusteo. Da queste premesse ha preso l’avvio il nostro intervento di scavo che ha rivelato una ininterrotta occupazione dall’età villanoviana al tardo antico.

La successione dei paesaggi identificati in quest’area è la seguente: 

Periodo 1: dall’età villanoviana alla metà del VI secolo a.C. Le tracce più antiche di occupazione in questo settore dell’abitato consistono in buche per l’alloggiamento di pali, fosse, canalette e battuti relativi a strutture lignee che - in almeno un caso - è stato possibile datare preliminarmente a partire dalla metà circa del IX secolo a.C.

Periodo 2: Alla metà del VI secolo a.C., l’area interessata dalle capanne viene occupata da almeno tre nuove strutture in opera quadrata con blocchi regolari di tufo grigio che riutilizzano in parte anche muri più antichi in tufo rosso (metà del VII sec. a.C.). I nuovi edifici, a pianta rettangolare internamente divisi in due o tre vani, sono disposti in maniera ortogonale al declivio e si affacciano a sud su una strada che attraversa l’altura in senso est-ovest correndo parallela all’altro tracciato - più basso - che collega la porta nord-occidentale di accesso alla città con l’acropoli di Piazza d’Armi. Nell’edificio centrale si può riconoscere un piccolo cortile lastricato annesso all’abitazione. Ad est di questo settore si estende nello stesso periodo un’area con caratteristiche cultuali - o almeno connessa a pratiche rituali - su cui si è concentrata la ricerca degli ultimi anni. Qui si colloca il cd. Edificio ‘E’, struttura che misura ca. 100 mq e che è l’unica con muri a doppio filare di blocchi L’analisi della sequenza stratigrafica individuata e lo studio dei reperti ceramici hanno permesso di riconoscere per questo edificio 3 periodi di vita compresi tra la fine del VII secolo a.C. e il I secolo d.C.
Il paesaggio delineato a Macchiagrande per l’età arcaica e classica viene conservato a lungo. E’ solo tra la fine del IV e gli inizi III secolo a.C. che vengono obliterati la nuova struttura monumentale e il pozzo in essa contenuto. Gli altri edifici in blocchi non subiranno invece modifiche fino alla metà circa del II secolo a.C. Questo quadro sembra quindi confermare quanto individuato già in altri settori urbani e cioè che la fatidica data del 396 a.C. non è immediatamente identificabile a livello archeologico.

Periodo 3: In età repubblicana viene abbandonato il quartiere arcaico, in parte sostituito da una grande domus con impianto irregolare (ca. 330 mq). Alla struttura si accede tramite un percorso battuto e carrabile che fiancheggia tutto il fronte dell’abitazione. Si attraversa poi un piccolo portico che immette, tramite una rampa, in un vestibolo da cui si passa ad un ambiente centrale più grande con vasca in lastre di tufo connessa ad un pozzo. Dell’edificio si conservano le fondazioni e parte degli elevati in opera quadrata di tufo con tratti dei rivestimenti parietali (intonaci dipinti) e pavimentali (cocciopesti anche decorati). Il resto dell’isolato sembra essere invece occupato da un vasto hortus con cisterna. 

Periodo 4. La domus viene modificata e ingrandita a più riprese a partire dalla prima età imperiale, quando a SE di essa si realizza il Foro del Municipium augustum Veiens, individuato in uno stato di notevole spoliazione che ha consentito tuttavia di proporne una ricostruzione. La parte centrale e scoperta della piazza doveva essere circondata sui quattro lati da un portico colonnato, che riteniamo di ordine dorico, su cui prospettavano altre strutture, in alcuni casi inquadrate a loro volta da colonne. Sul lato breve occidentale del Foro, ad una quota di poco più alta, si affaccia un sacello delimitato da un recinto in asse con la piazza, al cui interno poteva trovarsi anche un secondo sacello. Alle sue spalle è un grande edificio a pianta irregolare - articolato in ambienti stretti e allungati disposti attorno a quella che sembra una corte scoperta. L’edificio, con mosaici pavimentali e intonaci dipinti alle pareti, è interpretabile come un impianto termale di cui sono stati scavati alcuni ambienti destinati ai bagni caldi. 

Periodo 5: Tra il IV e il V secolo d.C. sia il settore pubblico che quello privato sono invasi da sepolture. Sono state fino ad oggi individuate circa 10 tombe con copertura a cappuccina - alcune integralmente conservate, altre quasi interamente distrutte dalle arature successive - disposte sui lati nord e ovest del Foro e lungo la strada che delimita il settore privato, interrompendo un percorso utilizzato almeno dall’epoca arcaica. Nel Foro inoltre, in corrispondenza dell’angolo N-W, alcune vasche in muratura, rivestite con uno strato consistente di malta idraulica vengono addossate ai muri perimetrali della piazza (che forse aveva perso già da tempo la sua funzione originaria).
Probabilmente in questo stesso periodo viene utilizzata anche la calcara circolare posta a nord del Foro, che sembra essere stata istallata sfruttando una fornace più antica che attribuiamo in via preliminare al quartiere artigianale di età imperiale.

Bibliografia: 
  • M.T. D’Alessio, Primi aggiornamenti cronologici dall’area centrale di Veio, in Scienze dell'Antichità 24.1, 2018, pp. 111-123.
  • M.T. D’Alessio, Nuovi pavimenti di età repubblicana dall’area di Macchiagrande a Veio, in C. Angelelli, A. Paribeni (a cura di), Atti del XX Colloquio dell’Associazione Italiana per lo studio e la conservazione del mosaico, Roma 2015, pp. 131-138.
  • M.T. D’Alessio, Macchiagrande. Il paesaggio urbano tra l’età del Ferro e la tarda età imperiale, in C. Smith, U. Fusco, R. Cascino (eds.), Novità nella ricerca archeologica a Veio. Dagli studi di John Ward-Perkins alle ultime scoperte, Atti della giornata di studi (British School at Rome, 18 Gennaio 2013), Roma 2015, pp. 27-33.
  • M.C. Capanna - G. Fatucci, Veio Macchiagrande. L’area archeologica centrale, in C. Smith, U. Fusco, R. Cascino (eds.), Novità nella ricerca archeologica a Veio. Dagli studi di John Ward-Perkins alle ultime scoperte, Atti della giornata di studi (British School at Rome, 18 Gennaio 2013), Roma 2015, pp. 175-177.
  • M.T. D’Alessio, M.T. Di Sarcina, Lo scavo in località Macchiagrande a Veio: un contesto di età tardo-arcaica e classica, in Scienze dell'Antichità, 20.1, 2014, pp. 105-125.
  • M.T. D’Alessio, Macchiagrande - Case etrusche e Foro di età romana, in Guida archeologica del Parco di Veio, Roma 2010, pp. 64-65.
  • M.T. D’Alessio, I.C. Veio. Macchiagrande - Vignacce, in A.M. Moretti Sgubini (a cura di), Veio, Cerveteri, Vulci. Città d’Etruria a confronto, Catalogo della Mostra (Roma, 1º ottobre - 30 dicembre 2001), Roma 2001, pp. 17-22.
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