Ebla

Ebla Project

Tipologia: 
Scavo estero
Località: 
Siria - Aleppo - Tell Mardīkh
Direttore: 
Pinnock Frances
Responsabili: 
  • Nadali Davide
  • Pinnock Frances
  • Matthiae P.
Collaboratori: 
  • D'Andrea Marta
  • Scardocci Monica
  • Tricoli Salvatore
  • Vacca Agnese
  • Bonechi M.
  • Casadei E.
  • Micale M. G.
  • Oselini V.
  • Peyronel L.
  • Pizzimenti S.
  • Polcaro A.

La Missione Archeologica Italiana a Ebla (MAIS) è stata fondata nel 1963 da Paolo Matthiae e ha operato, sotto la sua direzione, continuativamente dal 1964, con lunghe campagne annuali, talora suddivise in due fasi, in maggio-giugno e in agosto-ottobre, fino al 2010, quando le attività sul terreno si sono interrotte per la guerra; nel 2011 è stata eseguita solo una breve missione tecnica a Damasco (partecipanti: P. Matthiae, G. Scandone Matthiae, F. Pinnock, M.G. Micale, D. Nadali). Da allora il team dell’Ebla Project è attivamente impegnato in attività di studio, ricerca, informatizzazione degli enormi archivi della Missione, sensibilizzazione del pubblico sul patrimonio culturale siriano attraverso mostre e conferenze. Lo staff della Missione comprende alcuni specialisti di fama internazionale nel campo dell’archeologia e della filologia, esperti e tecnici dei settori della bioarcheologia, archeozoologia e paleobotanica e restauratori, ma si avvale anche dell’opera di un gruppo di giovani dottori di ricerca, dottorandi, specializzandi e laureandi della Sapienza, Università di Roma.

Il sito di Ebla, il cui nome moderno è Tell Mardikh, fu visitato la prima volta da Paolo Matthiae nel 1962, dopo che aveva visto al Museo di Aleppo i resti di un bacino lustrale di basalto, scolpito su tre lati, recuperato poco tempo prima sul sito, ed erroneamente datato al I millennio a.C. L’anno successivo, la Direzione Generale delle Antichità e dei Musei di Damasco chiese alla Sapienza, Università di Roma di iniziare un’attività di scavo in Siria e Paolo Matthiae fece la richiesta di concessione di scavo per quel sito, che gli era subito apparso di eccezionale interesse per una serie di motivi: Tell Mardikh è uno dei maggiori siti della Siria del nord, con i suoi 56 ettari, ben scanditi dalla cinta difensiva esterna, la grande città bassa anulare e la collinetta centrale dell’Acropoli, era completamente libero da insediamenti moderni e la ceramica di superficie appariva in larga prevalenza del III e del II millennio a.C.
Il primo decennio di scavi, tra il 1964 e il 1973, è stato interamente dedicato alla messa in luce di monumenti del Periodo Paleosiriano (ca. 2000-1600 a.C.), dal Tempio di Ishtar della Cittadella alla Porta di Damasco, e ha, come momento culminante, la scoperta, nel 1968, del torso del re Ibbit-Lim, dell’inizio del Periodo Paleosiriano, che ha consentito l’identificazione di Tell Mardikh con l’antica Ebla, una città sino ad allora nota solo da rare menzioni in testi cuneiformi mesopotamici e anatolici e in un testo reale geroglifico egiziano.

Il secondo decennio, tra il 1974 e il 1983 è stato prevalentemente dedicato allo scavo delle parti meglio conservate di Ebla protosiriana (ca. 2400-2300 a.C.) con il grande Palazzo Reale G, ed è stato segnato dalla scoperta degli Archivi di Stato di Ebla, del 2300 a.C., avvenuta tra il 1974 e il 1976, con circa 17.050 numeri di inventario di testi di carattere economico, amministrativo, lessicale, giuridico, letterario, che hanno profondamente rinnovato le conoscenze sulla Siria della seconda metà del III millennio a.C. Un altro momento rilevante è stata la scoperta delle Tombe Reali paleosiriane nel 1978.

Nel terzo decennio di scavi, tra il 1984 e il 1993, si è proceduto all’identificazione e allo scavo di quasi tutti i maggiori edifici della Città Bassa di Ebla paleosiriana: il Palazzo Occidentale del principe ereditario, l’Area Sacra di Ishtar con il tempio della dea e la Terrazza cultuale dei leoni, il Palazzo Settentrionale per le cerimonie di corte, il Tempio di Shamash, la divinità solare, il Tempio di Rashap, il dio dell’Oltretomba, il Santuario degli Antenati Regali divinizzati, il Palazzo Meridionale del prefetto di palazzo, il quartiere di case private dell’Area B e quello residenziale dell’Area Z.

Nel quarto decennio, tra 1994 e 2003, l’attenzione si è spostata sul sistema difensivo paleosiriano, con le mura a terrapieno, di circa 3 km di circonferenza, alte ancora tra 18 e 22 m, i dispositivi difensivi, come i grandi Forti Occidentale e Settentrionale e le minori Fortezze Est-Nord-Est e Est-Sud-Est e le quattro porte urbiche, dalle monumentali Porta di Damasco e Porta dell’Eufrate alle minori Porta di Aleppo e della Steppa.

Nel quinto periodo, iniziato nel 2004 e interrotto nel 2010, gli scavi si sono nuovamente concentrati nella Città Bassa, ma questa volta soprattutto su un’importantissima area templare utilizzata tra il Periodo Protosiriano con il Tempio della Roccia, il maggior santuario dell’Età degli Archivi, e la fine del Periodo Paleosiriano. Dal 2008 ci si è spostati sull’Acropoli, dove è stato identificato un antecedente del Tempio di Ishtar (il Tempio Rosso Protosiriano) e dove si sono riportati alla luce, sotto le notevoli sovrapposizioni più tarde, vasti settori del grande Palazzo Reale E del Periodo Paleosiriano, la residenza reale dell’età di Hammurabi di Babilonia.

Contestualmente, la Missione ha curato l’allestimento del Parco Archeologico del Sito e ha programmato il riallestimento del Museo di Ebla a Idlib. Negli anni più recenti, durante la guerra che ha reso impossibili le operazioni sul terreno, il team ha curato la parte scientifica dell’allestimento di due mostre: “Siria, splendore e dramma” a Roma, Palazzo Venezia (20 giugno-31 agosto 2014) e “Rinascere dalle distruzioni: Ebla, Nimrud, Palmira” a Roma, Colosseo (6 ottobre-11 dicembre 2016). Inoltre, i due co-direttori e il responsabile dell’Ebla Project (P. Matthiae, F. Pinnock e D. Nadali) hanno preso parte a diverse attività di aggiornamento per il personale siriano della Direzione Generale delle Antichità e dei Musei, a Beirut e Damasco).

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