Estakhr

Estakhr tardo-sasanide e proto-islamica

Tipologia: 
Scavo estero
Località: 
Iran - Fars - Estakhr
Direttore: 
Fontana Maria Vittoria
Responsabili: 
  • Fontana Maria Vittoria
  • Jaia Alessandro Maria
  • Asadi A.
  • Chegini N. N. Z.
  • Rugiadi M.
Collaboratori: 
  • Cereti Carlo Giovanni
  • Ebanista Laura
  • Blanco A.
  • Bogdani J.
  • Cipollari V.
  • Colliva L.
  • Fusaro A.

Le rovine di Istakhr (non lontano da Shiraz) sono state scavate negli anni Trenta del Novecento da E. Herzfeld e E.F. Schmidt, ma solo negli anni Settanta D. Whitcomb è stato incaricato di pubblicare lo scavo (Whitcomb 1979). La prima città islamica, a est di quella sasanide, ha una struttura quadrata (ca. 400 m di lato) e segue l’orientamento della grande moschea; le mura a sud disponevano di torrioni semicircolari.

Il quadrante a sud-ovest conteneva la moschea, il bazar e il palazzo, mentre gli altri tre avevano funzioni residenziali. La moschea è da ritenere tra le più antiche dell’Iran: venne edificata forse sotto il governatore Ziyad ibn Abihi (659-662) utilizzando colonne achemenidi.

Whitcomb ritiene che si tratti di materiale di spoglio, rigettando l’ipotesi di Herzfeld secondo cui il santuario preislamico era stato incorporato nella moschea. Le mura sud erano probabilmente munite di torrioni, sebbene gli scavi non sembrano aver portato alla luce tale evidenza. La nicchia del mihrab presenta una decorazione floreale dipinta e in stucco. Accanto alla moschea era il bazar, mentre a ovest della stessa si trovava il palazzo (oggi sotto il moderno qal`a Takht-i Tavus).

La città si sviluppò anche al di fuori della griglia urbana, ma in maniera più libera e organica; gli scavi hanno dimostrato che tale sviluppo avvenne sopra livelli di epoca sasanide (la ceramica islamica rinvenuta è associata a una fornace). Successivamente, nel corso dei secoli IX e X, Istakhr fu un prospero centro urbano.

In un sondaggio effettuato a nord della moschea è stata individuata una fila di botteghe del bazar; alle spalle di queste sono state portate alla luce tre abitazioni di un complesso residenziale che presentano una pianta simile, con uno stretto ingresso con contrafforti rettangolari e ambienti che si aprono su una corte centrale; la pavimentazione è sia di mattoni cotti sia di pietra.

La Missione Archeologica della Sapienza si propone lo studio storico archeologico del sito di Estakhr e la ripresa degli scavi, dopo le attività americane degli anni Trenta, al fine di verificarne la stratigrafia.

Questo importante sito urbano, situato a pochi chilometri da Persepoli e capoluogo del Fars nel periodo sasanide e nel primo periodo islamico, dopo le attività della missione archeologica dell'Oriental Institute di Chicago e dopo sporadiche attività da parte di archeologi iraniani, non è più stato oggetto di un programma sistematico di ricerca.

Le autorità iraniane si sono dimostrate estremamente interessate alla ripresa dei lavori ed all'avviamento di una proficua collaborazione con gli archeologi italiani: i primi contatti avvenuti tra ICAR (Iranian Centre for Archaeological Research), Sapienza ed IsIAO (Istituto Italiano per l’Africa e l’Oriente) hanno dato origine a questa missione ed hanno fornito i presupposti per la firma di un memorandum of understanding che è uno degli obiettivi di questa prima campagna di lavoro.

Il sito di Estakhr presenta importanti resti di strutture di periodo sasanide e soprattutto proto-islamico, ma alcuni studiosi ipotizzano la presenza di strati archeologici databili almeno al periodo seleucide e partico, per non parlare dell'ipotesi di una fondazione in età achemenide. La ricchezza delle testimonianze artistiche ed artigianali di epoca proto-islamica rinvenute nel passato e rimaste sostanzialmente inedite rende opportuno un loro riesame, soprattutto alla luce delle possibilità che le più aggiornate metodologie diagnostiche offrono per una caratterizzazione oggettiva dei materiali.

Tutti i dati raccolti verranno inseriti in un GIS collegato ad un Data Base relazionale.
Le attività previste per questa prima campagna prevedono inoltre la creazione di un sito web della missione e una serie di pubblicazioni destinate sia alla divulgazione dei risultati raggiunti, sia alla valorizzazione della collaborazione Italiana allo studio ed alla salvaguardia di questo importante sito archeologico.

Bibliografia: 
  • Donald WHITCOMB, The city of Istakhr and the Marvdasht plain, Akten des VII. Internationalen Kongresses für Iranische Kunst und Archäologie, München, 7.-10. September 1976 (Berlin 1979, Archäologische Mitteilungen aus Iran. Ergänzungsband 6), pp. 363-370.
  • W.M. SUMNER and D. WHITCOMB, Islamic settlement and chronology in Fars: an archaeological perspective, Iranica Antiqua 34 (1999), pp. 309–324.
  • W.M. SUMNER, Cultural Development in the Kur River Basin, Iran: an Archaeological Analysis of Settlement Patterns (PhD Diss., University of Pennsylvania, 1972)
  • Donald WHITCOMB, Sasanian or Islamic? Monuments and Criteria for Dating, The Iranian World: Essays on Iranian Art and Archaeology, presented to Ezat O. Negahban, A. Alizadeh et al., eds. Teheran, 1999, pp. 210-219.
  • Martina RUGIADI, Altopiano iranico, in Enciclopedia Archeologica, vol. IV, Asia, Istituto della Enciclopedia Italiana, Roma 2005, pp. 956-962.
Finanziamenti: 
  • "Sapienza" Università di Roma
  • MAE
  • Max van Berchem Foundation, Ginevra

© Università degli Studi di Roma "La Sapienza" - Piazzale Aldo Moro 5, 00185 Roma