La basilichetta sul promontorio

Sull'estrema punta settentrionale del promontorio è stata individuata una piccola basilica di epoca protobizantina ascrivibile alla seconda metà del V secolo d.C. L’impianto cultuale è caratterizzato da una planimetria lievemente asimmetrica, dovuta ai condizionamenti imposti dall’orografia accidentata. Il piccolo edificio, articolato in tre navate con abside assiale disposta ad est, ha restituito, seppur non in ottimo stato di conservazione, ampi tratti pavimentati in opus sectile. I tappeti sono purtroppo conservati in maniera disomogenea e quelli pertinenti alla navata settentrionale sono andati irrimediabilmente perduti. La cronologia assegnata all’impianto è ascrivibile alla seconda metà del V secolo d.C., inizi VI d.C.Sull'estrema punta settentrionale del promontorio è stata individuata una piccola basilica di epoca protobizantina ascrivibile alla seconda metà del V secolo d.C. L’impianto cultuale è caratterizzato da una planimetria lievemente asimmetrica, dovuta ai condizionamenti imposti dall’orografia accidentata. Il piccolo edificio, articolato in tre navate con abside assiale disposta ad est, ha restituito, seppur non in ottimo stato di conservazione, ampi tratti pavimentati in opus sectile a piccoli elementi. I tappeti sono purtroppo conservati in maniera disomogenea e quelli pertinenti alla navata settentrionale sono andati irrimediabilmente perduti. La cronologia assegnata all’impianto è ascrivibile alla seconda metà del V secolo d.C., inizi VI d.C.

Nel corso della seconda metà del V secolo l’estrema punta settentrionale del promontorio è stata interessata dalla costruzione di una piccola basilica protobizantina individuata nel corso delle ricerche degli anni 1995-1996. Nonostante il pessimo stato di conservazione delle strutture, di cui si conservano pochi filari dell’alzato, è stato possibile ricostruire un impianto cultuale canonico, dotato di tre navate ed abside aperta sul lato orientale.

Il complesso presenta tuttavia delle anomalie costruttive probabilmente dovute alla natura impervia dello sperone roccioso che ne ha condizionato la planimetria e la dislocazione degli accessi.

La struttura risulta infatti lievemente asimmetrica e notevolmente sviluppata longitudinalmente con i due lati lunghi non perfettamente paralleli e debolmente convergenti verso l’interno; l’ingresso principale, forse preceduto da un portico, è aperto lungo il lato meridionale anziché su quello occidentale, mentre un ingresso secondario è stato localizzato presso il lato orientale.

Nella navata mediana una sorta di corridoio centrale, così come suggerito dalla disposizione dei pannelli insectile, conduce idealmente all’area del presbiterio, a sua volta delimitata da transenne, oggi perdute, di cui restano gli alloggiamenti ricavati nelle lastre di calcare. Nella navata centrale è stata rinvenuta una base ottagonale di ambone in pietra locale.

Lungo il lato orientale labili tracce di setti murari lasciano ipotizzare l’esistenza di un ambiente annesso da identificare, probabilmente, con un battistero o con un vano di servizio relativo a scopi liturgici (pastophorion).

La pavimentazione in sectile è purtroppo conservata in maniera disomogenea soprattutto nella navata centrale, nella zona presbiteriale e nell’abside, mentre quella pertinente alla navata settentrionale è andata irrimediabilmente perduta. I tappeti in opus sectile della “basilichetta”, restaurati nel 1996, rientrano nella tipologia delle composizioni geometriche a piccolo modulo, generalmente bicromatiche, ed inserite entro pannelli di forma quadrata o rettangolare definiti da cornici marmoree e calcaree.

La datazione attribuita al complesso, in assenza di chiare stratigrafie associate, rimanderebbe alla seconda metà del V, inizi VI secolo d.C., così come sembrerebbe suggerire anche l’analisi stilistica dei sectilia pavimenta.

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