Teatro

Il teatro romano di Elaiussa Sebaste fu eretto attorno alla metà del II secolo d.C. (durante il principato di Antonino Pio) e subì un importante rifacimento, limitato all’edificio scenico, durante il regno di Marco Aurelio e Lucio Vero (162 d.C.). L’edificio è in parte tagliato nel pendio collinare, in parte costruito in cementizio: di modeste dimensioni, ha una pianta maggiore del semicerchio con diametro di 55 m. La  cavea, ripartita in 5 cunei da sei rampe di gradini (scalaria), è distinta in ima e summa caveada un ambulacro mediano a monte del quale corre, in direzione Est-Ovest con andamento curvilineo, il canale dell’acquedotto (I secolo d.C.) deviato appositamente al momento della costruzione della cavea. L'orchestra è delimitata a Sud dal muro del proscenio, alle spalle del quale si ergeva in origine l'edificio scenico, di cui rimane solo la possente fondazione su arcate. L’accesso all’edificio era garantito da quattro ingressi laterali, 2 vomitoria e 2 parodoiad Est ed Ovest. Tra la fine del III e gli inizi del IV secolo d.C. il teatro cadde in disuso e subì un degrado irreversibile. La sua sistematica e programmata spoliazione, che comportò l'asportazione di tutti i sedili e di buona parte della decorazione della scnea, avvenne invece a partire dal VII secolo d.C.

È stato anche possibile indagare le fasi di vita precedenti alla realizzazione dell’edificio per spettacoli: parte di una necropoli con tombe rupestri ai piedi della collina in uso tra la fine del I secolo a.C. e il I secolo d.C.; l’acquedotto urbano di età flavia che correva nella parte alta della collina; un complesso residenziale con terme private, databile alla fine del I secolo o agli inizi del II secolo d.C., individuato nei pressi del vomitorium orientale.

Le campagne di scavo degli anni 1997-1999 hanno portato alla luce un piccolo edificio sul declivio collinare dominante il bacino portuale Nord, poi occupato dal teatro. Si tratta di una ricca residenza signorile con pavimenti musivi e terme annesse di cui sono stati individuati solo sei ambienti disposti su tre file con orientamento Nord-Sud (la sua articolazione planimetrica complessiva rimane comunque incerta). Gli Ambienti II, III, IV hanno pavimenti in mosaico, con tessere bianche e nere, a decorazione geometrica e motivi vegetali stilizzati. Sono inoltre venuti alla luce resti di apprestamenti atti al riscaldamento parietale di vani con funzione termale e un cortile porticato con vasca centrale. La costruzione è di poco successiva a quella dell’acquedotto urbano, risalente probabilmente all’età flavia, ed è alimentato direttamente con acqua corrente (vasca e terme): i dati stratigrafici suggeriscono una datazione tra la fine del I secolo d.C. e gli inizi del II secolo d.C.

Attorno alla metà del II secolo d.C. il complesso fu distrutto e rasato per la costruzione del teatro. La presenza dell’impianto termale,  i motivi decorativi dei pavimenti musivi e gli aspetti costruttivi (opera cementizia con paramento in laterizio) sembrano di ispirazione occidentale. Il complesso si pone come una delle prime e concrete testimonianze architettoniche dell’influenza romana sulla regione in seguito alla sua definitiva annessione all’Impero: la sua posizione dominante sul bacino portuale in concomitanza con l’intenso sviluppo urbanistico che interessò il centro urbano nello stesso periodo ne suggeriscono una natura forse “ufficiale”. 

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