Santuario di Ercole Vincitore: studio e recupero

Tipologia: 
Scavo nazionale
Località: 
Lazio - Tivoli
Direttore: 
Giuliani Cairoli Fulvio

Prima che A Nibby, nel 1848, lo riconoscesse nel gigantesco complesso extraurbano occupato da vigne e impianti industriali il santuario era un’entità astratta dislocata nell’intero centro storico. Esso consisteva in un grande solido regolare che s’imponeva al paesaggio risolvendo, al proprio interno, tutte le esigenze distributive tra i diversi piani e tra questi e la viabilità pubblica. Sorse, a breve distanza dalle mura, a cavallo della Via Tiburtina Valeria che lo attraversò in una monumentale galleria in muratura: via principale di comunicazione tra la Campagna Romana ed il Sannio. Dal controllo di un traffico così importante derivò un vero generatore di ricchezza: qui si doveva passare per forza e già questo faceva del santuario un hapax rispetto agli altri noti. La struttura tenne conto sia del carattere religioso, al piano superiore, sia di quello commerciale, al livello sottostante.

Un acquedotto fu derivato dall’Aniene ad uso specifico del complesso. All’interno, oltre al tempio c’erano anche una biblioteca, una basilica, un teatro. L’ossatura muraria, gigantesca e molto articolata, sopravvisse nonostante le spoliazioni e tre elementi ne segnarono il destino nei secoli: la viabilità, gli spazi coperti e la forza idraulica. Così vi s’insediò, già nel 1612, la prima armeria pontificia, che rimase in funzione fino al 1709. Nel 1795, e poi ancora a fine '800, si ebbero consistenti riprese dell’attività industriale (armerie, ferriere, fonderie per cannoni, e impianti idroelettrici) fino al grande sviluppo degli anni 1920-60. Questa attività si concentrò soprattutto nella metà settentrionale mentre l’altra, da secoli fortemente interrata, rimase a vigneto

Una fascia centrale, occupata da un canale di alimentazione della sottostante centrale idroelettrica dell’Acquoria, rimase in proprietà della Società Elettrica Romana, poi ENEL, fino al 1993. Una vicenda edilizia tanto complicata avvolse il nucleo antico fino a nasconderlo totalmente ed a trasformarlo in un organismo non più riconducibile alla sola struttura archeologica di cui rimase in vista solo la facciata nord a picco sull’Aniene. La situazione attuale è quella di un organismo cresciuto, a partire dal XII secolo, dentro, intorno e sopra il gigantesco impianto antico, con articolazioni ossaturali e spaziali sempre di grande qualità. Le spazialità di partenza erano cellule pienamente adatte alle esigenze degli insediamenti cultuali cristiani e dei primi impianti industriali. Solo in età recentissima l'ingigantirsi dei macchinari pretese spazi diversi. Le grandi cubature industriali costruite allo scopo furono tuttavia influenzate nelle articolazioni planimetriche, volumetriche, distributive delle masse preesistenti. Così esse hanno talvolta sottolineato, talaltra riproposto dopo molti secoli, i volumi originari collegandosi con una fitta rete di comunicazioni orizzontali e verticali fino a costituire quella sorta di alambicco architettonico, stratigrafia edilizia di eccezione, che oggi si sta recuperando.

A partire dal 1983 la Soprintendenza Archeologica per il Lazio ha iniziato i lavori di recupero e dall’estate 1989 si è avviata la collaborazione con la Cattedra di Rilievo e Analisi Tecnica dei Monumenti Antichi dell'Università di Roma "La Sapienza".

Bibliografia: 
  • Templum Herculis Victoris, ancora una nota, Atti Mem.Soc. Tib.Storia Arte LlII, 1981
  • Il Clivus Tiburtinus ed il sistema stradale connesso in Tecnica stradale, Univ.Bologna, Roma 1993.
  • Il Santuario di Ercole ed il suo intorno nella toponomastica medioevale in Atti. Mem. Soc Tib. LXVII, 1994, pp. 35 ss
  • Il linguaggio di una grande architettura: Il santuario di Ercole Vincitore a Tivoli, Rendiconti Pontificia Accademia di Archeologia, 81, 1998-1999 ma consegnato nel 2000.
  • Tivoli, il Santuario di Ercole Vincitore, Tivoli 2004.
  • Santuario di Ercole Vincitore, nuove acquisizioni, Rendiconti Pontificia Accademia di Archeologia, 81, 1998-1999 ma consegnato nel 2000
  • Indagini nel teatro del santuario di Ercole Vincitore, Lazio e Sabina III, in corso di stampa
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