Un centro del Lazio arcaico: scavi di Corcolle

Tipologia: 
Scavo nazionale
Località: 
Lazio - Roma - Corcolle
Direttore: 
Palombi Domenico
Responsabili: 
  • Palombi Domenico
  • Zevi F.
Collaboratori: 
  • Marinpietri F.
  • Santi F.

Il rinvenimento della celebre iscrizione arcaica del (V secolo a.C.), oggi conservata nel Museo Nazionale Romano, e di parte una stipe votiva sull'altura di Corcolle (Gallicano - Roma), ha dato avvio alle ricerche nell'area occupata da un importante abitato vissuto in età arcaica e mediorepubblicana ma senza ulteriore sviluppo come città indipendente. L'insediamento, probabilmente aggregato territorialmente e politicamente a Praeneste, potrebbe riconoscersi in uno dei "novem oppida" presi da Cincinnato ai Prenestini nella prima metà del IV sec. a.C.

L'area è ancora indenne da edificazione e tuttavia minacciata da un'agricoltura intensiva che incide sul suolo in maniera pesantissima e incontrollabile, sì da potersi prevedere fra breve la completa compromissione dei resti archeologici.

Dal 1994 la Soprintendenza Archeologica del Lazio ha avviato una esplorazione sistematica della parte della città antica compresa nel territorio di sua competenza; ad essa l'Università ha fornito consulenza scientifica e la partecipazione di studenti e laureandi in Archeologia Classica e, in seguito, degli allievi della I Scuola di Specializzazione in Archeologia di Roma.

Le campagne di scavo condotte - non continuativamente - tra il 1994 e il 2001, hanno riportato alla luce una ampia sezione della necropoli relativa all'insediamento di Corcolle.

La necropoli, attestata lungo un importante sistema stradale, è caratterizzata da tombe a fossa e tombe a camera scavate nel banco tufaceo. Le seconde, generalmente di piccole dimensioni, hanno camere sepolcrali con banchine e loculi laterali contenenti in genere due o tre defunti. Di particolare importanza è la scoperta di una camera più grande, contenente due sarcofagi a cassa rettangolare e con tetto displuviato in peperino che costituiscono un significativo elemento di raccordo culturale con le necropoli di Palestrina. Di particolare rilievo il rinvenimento, nella campagna del 2002, di una grande tomba a camera contenente più di sette deposizioni databili tra la fine del VII e tutto il VI secolo a. C. con ricchi corredi composti da vasi di diverse produzioni, notevoli elementi di corredo personale ed armi; nella principale fase di deposizione compare anche l'offerta di un cavallo smembrato.

I corredi delle tombe della fine del IV - inizi III sec. a.C. si inseriscono agevolmente nella "koinè" culturale laziale del tempo: ceramica a figure rosse tarda e sovradipinta ("Phantom Group"), piattelli Genucilia, vernice nera (vasi miniaturistici e coppe dell'"Atelier des petites estampilles"), ceramica grezza, rari bronzi, tra cui specchi e un vaso a gabbia caratteristici di contesti prenestini.

Nel corso dell'indagine è stato possibile verificare che alcune tombe a camera contenevano, oltre ai corredi di IV-III sec. a.C., materiali del periodo orientalizzante recente (1° metà VI sec. a.C.): il dato, di particolare importanza, documenta il riutilizzo, nel corso del IV secolo, di sepolture più antiche. Queste sono localizzate nel tratto centrale della necropoli, in corrispondenza di uno snodo stradale di particolare rilievo, e appaiono contraddistinte da un'accurata realizzazione strutturale delle scale, del "dromos", della porta e dei lastroni monolitici di chiusura.

Particolarmente notevoli sono i corredi comprendenti alcune forme di bucchero (calice, "kantharos", "oinochoe"; forme Rasmussen 3a, 3h, 6a), vasi e balsamari etrusco-corinzi di importazione e, soprattutto, una notevole serie di olle, alcune d'impasto bruno costolate con tracce di colore rosso, altre con decorazione dipinta in rosso su bianco che rilevano una specificità culturale ancora da definire, ma che comunque trovano affinità con Tivoli e con i centri della Sabina meridionale.

Particolarmente interessante appare, infine, il rapporto stratigrafico di alcune tombe rispetto alla strada funeraria: lo scavo ha evidenziato l'esistenza, tra la fine del IV e la metà del III secolo a.C., di almeno due diverse fasi di frequentazioni della via con distinti livelli di accesso alle strutture funerarie.

Finanziamenti: 

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