Valle Sublacense nel medioevo

Tipologia: 
Scavo nazionale
Località: 
Lazio - Roma - Subiaco
Direttore: 
Stasolla Francesca Romana
Responsabili: 
  • Stasolla Francesca Romana
  • Ermini Pani L.
Collaboratori: 
  • Annoscia Giorgia Maria
  • Appetecchia A.

Il progetto “Valle Sublacense”, così denominato dalla presenza del centro di Subiaco che domina la valle articolata intorno ai bacini idrografici dell’Aniene e del Fiumicino (Fig. 1), è volto al recupero delle testimonianze materiali e storiche degli insediamenti ivi ubicati a continuità di vita dal periodo romano e di quelli nuovi generati inseguito al processo di incastellamento che comportò la fondazione di castra sia di costa sia di sommità che insieme vennero a costituire un paesaggio ancora oggi caratterizzante quest’area del territorio laziale.

Il progetto, anche con l’ausilio di alcune tesi di laurea già discusse e in corso di elaborazione, approfondisce vari filoni di ricerca: la disanima delle fonti storico-documentarie e archivistiche d’epoca medievale; l’analisi della documentazione cartografica e iconografica; le ricognizioni archeologiche selettive; la creazione di una piattaforma GIS della Valle Sublacense, strumento utile per l’analisi topografica dell’area in epoca medievale. Il materiale così raccolto verrà presentato al Convegno Internazionale De re monastica che si terrà tra Roma e Subiaco nel maggio 2010.

La particolare dislocazione dell’area, anello di congiunzione tra l’Agro Romano e l’Abruzzo e tra la Sabina e il Lazio meridionale, addita il ruolo strategico che essa rivestì fin dall’età romana, cinta su tre lati da catene montuose calcaree e sul quarto da terreni pianeggianti di tufo e pozzolana. Il territorio, un’isola geologica argillo-sabbiosa articolata in quattro distinti bacini oro-idrografici, non si presenta chiuso verso l’esterno: ciascuna valle accoglie una strada che collega i quattro invasi fluviali, raccordati geograficamente a coppie attraverso l’ansa che l’Aniene descrive tra Mandela e Vicovaro e attraverso il passo collinare della Fortuna.

Vista la particolare configurazione geografica, l’area si è configurata come un crocevia nodale di arterie di comunicazione: la viabilità romana era imperniata sulla via Tiburtina-Valeria che ricalcava un’antica direttrice di traffico e transumanza collegando Tibur con l’Abruzzo, anche nota in epoca medievale come Marsicana. Altro asse di grande rilevanza era la via Sublacense, approntata da Nerone per collegare l’omonima villa con l’area dell’odierna Roviano mediante un percorso ospitato nel fondo del bacino dell’Aniene; ricordiamo poi la via Empolitana, che costeggiava il Fosso dell’Empiglione fino al passo della Fortuna, per incanalarsi verso sud nella valle del Fiumicino.

La base storiografica per un siffatto lavoro è rappresentata naturalmente dalla documentazione del Monastero di Santa Scolastica a Subiaco (Regesto Sublacense e Chronicon Sublacense), che nella valle ebbe il nucleo principale dei suoi possedimenti e dai contributi che in passato hanno affrontato con metodologie diverse lo studio. Le fonti scritte consultate, di marca esclusivamente ecclesiastica, constano per la maggior parte di elenchi patrimoniali abbaziali o diocesani, il cui spoglio consente di enucleare i confini e quindi l’estensione territoriale dei patrimoni duramente contesi tra Tivoli e Subiaco, e permette altresì di acquisire il terminus ante quem per le fondazioni castrensi enumerate in successione diacron ica, alcune fin dalla loro progettazione, ad castellum faciendum.

Infatti, tra X e prima metà del XII, l’area è caratterizzata da un assetto insediativo costituito da una quarantina di centri fortificati, molti dei quali alla base dell’odierno popolamento. Nello specifico, le fondazioni castrensi tra la fine del X e la prima metà del XII secolo sono in totale 37, ripartite in 23 castella (due solo progettati) e 14 roccae, e sono realizzate dal monastero, dai signori laici e dal vescovo di Tivoli, altre forze attive sul territorio. Altro dato di rilievo è quello di 14 rocche, di cui ben 11 fondate dal cenobio, a riflesso delle motivazioni difensive nella fondazione di centri fortificati.

Di qui il progetto che, avvalendosi della tradizione storiografica, intende affrontare in prima istanza il censimento delle strutture ancora esistenti mediante la ricognizione topografica organizzata secondo le coordinate U.T.M. anche con l’ausilio del GPS satellitare, riportandole quindi sul supporto cartaceo dei fogli al 25.000 dell’Istituto Geografico Militare. I siti così georeferenziati, graficamente rilevati nelle strutture murarie in vista e ricogniti con la raccolta di ogni materiale recuperabile in superficie, verranno a costituire un livello nella piattaforma GIS che consentirà di offrire una iniziale lettura del territorio prescelto e di programmare man mano singoli progetti di approfondimento.

In questa direzione è stata intrapresa una prima attività di ricognizione sullo spartiacque dei monti Ruffi, volta all’analisi e alla documentazione di 4 rocche edificate tra la prima metà dell’XI e il XII secolo (Conocla, Rocca de Grufo, Rocca Surici, Rocca de Murri) e abbandonate entro il XVI secolo.

Bibliografia: 
  • L. ERMINI PANI – F. R. STASOLLA – G. M. ANNOSCIA – S. CARATOZZOLO, La Valle Sublacense nel Medioevo: il caso di Cervara di Roma, in Temporis Signa. Archeologia della tarda antichità e del medioevo, II (2007), pp. 1-39;
  • A. APPETECCHIA, Maestranze e tecniche edilizie nei monasteri sublacensi, in Cantieri e maestranze nell’Italia meridionale, II Convegno internazionale De Re Monastica (Chieti-San Salvo, 16-18 maggio 2008), in c.s.;
  • F. R. STASOLLA – G. M. ANNOSCIA – S. DEL FERRO, Il ruolo delle signorie monastiche nell’articolazione del popolamento del Lazio medievale, Atti del Convegno Geografie del popolamento. Casi di studio, metodi e teorie (Grosseto, 24-26 settembre 2008), per ora pubblicato in rete all’indirizzo www.archeogr.unisi.it/geografiedelpopolamento, e in c.s. in cartaceo;
  • G. M. ANNOSCIA, L’incastellamento nella Valle Sublacense, in Atti del Convegno Archeologia castellana in Italia centro-meridionale (Roma - CNR, 27-28 Novembre 2008), in c.s.;
  • A. APPETECCHIA, Monte Porcaro: esempio di un castrum abbandonato nella regione sublacense, in Atti del Convegno Archeologia castellana in Italia centro-meridionale (Roma - CNR, 27-28 Novembre 2008), in c.s.;
  • F. R. STASOLLA, Temi e problemi nel rapporto tra castra e territoria, in Archeologia castellana in Italia centro-meridionale, Atti del Convegno (Roma, CNR, 27-28 Novembre 2008), c.s.;
  • A. APPETECCHIA, Subiaco nel medioevo: aspetti di topografia urbana e di edilizia, in Temporis Signa. Archeologia della tarda antichità e del medioevo, IV (2009), pp. 13-52;
  • F. R. STASOLLA, Castra, castella e rocche di area laziale: realtà archeologica e analisi territoriali, in I Castelli dei secoli XI-XII in Italia centrosettentrionale alla luce dell’archeologia, Seminario di Studi (Gavorrano, 11 luglio 2009), in c.s.
Finanziamenti: 

PRIN 2007

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